La Corsica è un posto meraviglioso. Si sta benissimo, è selvaggia quanto basta e se hai bisogno di tagliare i ponti con il mondo almeno per un po’, è il luogo ideale. E deve aver fatto parecchio bene anche a Sauro Ciantini che durante una pausa dalla civiltà ha fatto partorire alla sua mente e ai suoi pennarelli un volume sontuoso sia per disegni che per sceneggiature.

My name is Palmiro vol.2 è una raccolta di 3 short stories  che rompono con le strisce dalle battute fulminanti alle quali eravamo abituati. Si comincia con La ragazza dei biscotti una fiaba onirica e apocalittica dove in un futuro molto prossimo gli oceani saranno così inquinati che si deciderà di svuotarli (!!) per ripulirli. Certo ci vorrà un po’ di tempo ma tutti potranno fare almeno un ultimo viaggio in mare. Il nostro Palmiro ne approfitta subito per andare a trovare Rapunzel, la, a dir la verità, ben strana amica di penna della quale si è perdutamente innamorato.

Certo che conoscersi in appena mezz’ora non è facile e l’incomprensione colma presto il tempo. Ma per fortuna ci sono tutte quelle meravigliose sculture di zucchero…. Una storia poetica resa magnificamente dal bianco e nero del disegno con potenti echi di Mirò, di Picasso, di Kandinsky e di chissà chi altri è riuscito a mescolare a nostra (colpevole) insaputa il Ciantini.

E dopo l’intermezzo (3 paginette con mezzo, amaro, sorriso finale) di Deep Impact, ci buttiamo nel Poe più cupo, letteralmente, visto che le tavole sono più nere del nero! In una storia sceneggiata da Massimo Cavezzali; Palmiro/Jimmy Roger vuole sposare la bella Charlotte ma a causa della differente estrazione sociale prima deve diventare ricco e presentarsi in maniera adeguata alla porta dei Whitman. Jimmy riuscirà con il sudore della fronte nel suo intento ma chissà se sarà ancora in tempo per realizzare i suoi sogni matrimoniali….

Niente Bolivar, niente fidanzata lontana, niente confortevole striscia da leggere in 3 secondi e passare alla successiva. Questo secondo volume della serie “A la recherche du temps perdu” ci impegna nella lettura e nella visione e ci presenta un Palmiro/Sauro Ciantini molto al di fuori dei canoni abituali; un contesto che a noi piace moltissimo dove la “sottrazione” delle strisce lascia il posto alla furia del tratteggio; il retino alla pennellata decisa e i faccini simpatici alle espressioni sconvolte; arrabbiate; cupe che si muovono in un ambiente inquinato, degradato e fumoso dove l’apocalisse incombe e la pioggia e gli eventi estremi della natura la fanno da padroni. Da leggere, da rileggere, da consigliare.